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Trama

Chicago, anni ’20. Roxie Hart, insoddisfatta moglie del meccanico Amos, sogna una carriera da ballerina e il proprio nome sulle prime pagine di tutti i giornali.

Il suo modello è la famosa showgirl Velma Kelly la quale, accusata di duplice omicidio, è ormai confinata in galera, lontana dalle scene e in attesa di giudizio.

La stessa Roxie, raggirata dall’amante Fred Casely, lo uccide in un momento d’ira e si ritrova nella medesima prigione del suo idolo.

Il procuratore Harrison preme per la pena di morte, ma la ragazza, dietro una serie di lauti compensi, si guadagna la fiducia di Mama Morton, capo dei secondini, e anche la possibilità di essere rappresentata dallo scaltro avvocato Billy Flynn.

Ottenuta dall’ingenuo Amos la parcella di cinquemila dollari, il principe del foro, impegnato anche nella difesa di Velma, mette in moto la macchina della stampa per stravolgere la realtà dei fatti.

Ma la Kelly, derubata delle attenzioni dei reporter dalla nuova arrivata, trama nel buio con l’aiuto di Mama.

Recensione

Dopo i numerosi consensi raccolti da Moulin Rouge, la Miramax cavalca l’onda e vara un progetto inferiore all’originale pellicola australiana; lontano anni luce dallo svecchiante gusto di Luhrmann per le cover popolari, nonché orfano dell’atipica e preziosa lezione del Forman di Hair.

Certo il coreografo e regista televisivo Rob Marshall, al suo esordio cinematografico, non manca di stoffa e senso del ritmo nel realizzare dinamici numeri musicali (“Cell Block Tango” e “We Both Reached For The Gun” i più belli), sempre orchestrati da un vorticoso montaggio parallelo; ma lascia molto perplessi l’inefficace portata anacronistica dell’operazione.

Vuoi per il soggetto oltremodo datato, già sul grande schermo nel ’27 e nel ’42, che da divertente satira sulla giustizia iniqua degenera in una chiassosa farsa, o per lo stesso cineasta, colpevole di elevare all’ennesima potenza la teatralità tipica del musical, limitandosi a filmare il materiale preesistente di Bob Fosse e Fred Ebb; sebbene, in fondo, la scelta degli interpreti si riveli pienamente azzeccata.

Infatti le protagoniste Zellweger (Roxie) e Zeta-Jones (Velma, l’unica del cast con un po’ d’esperienza nel genere) rispondono adeguatamente e Gere (Billy) ci regala una rara performance di tip-tap.

La palma ex-æquo della migliore prova va comunque a Queen Latifah (Mama) e John C. Reilly (Amos). La prima con il sensuale brano “When You’re Good To Mama” e il secondo con lo struggente inno alla mediocrità “Mister Cellophane”.

Sax Marmotta