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Recensione

Sulla scelta di cambiare radicalmente il nome dell’ultimo lavoro del di solito serioso Assayas (se si esclude il lontano e raffinatissimo Irma Vep) si è discusso molto, benché esistano casi peggiori (e qui i lanci che richiamano Perfetti sconosciuti sono senz’altro più dannosi).

Nella fattispecie il problema non è tanto rischiare di sbagliare pubblico, quanto negargli un prezioso strumento di decifrazione.

Già il titolo internazionale, Non-Fiction, allude a ciò che i personaggi sono e pensano davvero, mentre quello francese, Doubles vies, si riferisce al fatto che i protagonisti, che si dibattono nel mondo della letteratura e dello spettacolo ai tempi di Internet, vivano un’indesiderata dissociazione.

Alain (Canet) è un editore che pare abbracciare le nuove tecnologie, aiutato dalla giovane esperta Laure (Théret), però sotto sotto le digerisce male.

L’insicuro Léonard (Macaigne, più in commedia” degli altri) è uno dei suoi scrittori più fedeli, ma il suo autobiografismo spinto comincia a stufare.

Selena (Binoche) è una star televisiva moderatamente insoddisfatta, moglie del primo, e Valérie (Hamzawi), che invece fila con il secondo, rappresenta un’azienda in difficoltà.

Le coppie variano, si gioca con ideali e identità (perfino reali), si ragiona su tradizione ed evoluzione (il film all’inizio è fin troppo parlato), tuttavia non c’è una tesi, si vuol solo stimolare la riflessione.

Un’eleganza che non tutti apprezzeranno. .

Max Marmotta