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Trama

Entrato casualmente in possesso di un tronco d’albero a sua insaputa fatato, l’anziano falegname Geppetto decide di ricavarne un burattino.

Con sua grande sorpresa, la creaturina, che chiama Pinocchio, si mostra subito capace di parlare e, soprattutto, di fare danni.

La sua prima bravata costa infatti al vecchio padre una notte in gattabuia. Nuove ulteriori preoccupazioni si prospettano per il genitore quando manda a scuola il figliolo apparentemente redento.

Pinocchio infatti, lungo il cammino, si fa distogliere da un teatro di marionette gestito dal vorace Mangiafuoco, e vende il proprio abbecedario per pagarsi l’ingresso.

Recensione

Supportata da un lancio pubblicitario insolitamente grandioso per una produzione italiana, la nuova attesissima opera di Roberto Benigni monopolizza l’intero week-end nazionale.

Inevitabili il tutto esaurito e i giudizi discordanti. Si tratta di un futuro cult o soltanto di una furba operazione? Se da una parte le curatissime scenografie del compianto Danilo Donati e la collaudata fotografia di Dante Spinotti costruiscono efficacemente una nostalgica atmosfera suggestiva, dall’altra fa sentire il suo peso la mancanza di un vero e proprio adattamento della favola.

L’autore infatti, pur senza rinunciare a un ritratto caricaturale delle autorità (di chapliniana memoria) e a una strizzatina d’occhio al pubblico americano (il viaggio del tronco), pecca in una discontinua fedeltà al testo; l’omissione degli elementi gotici e di parecchi personaggi, per lo più appartenenti al mondo animale, svuota i contenuti della loro valenza iniziatica riducendoli a episodi slegati di una comune avventura, parzialmente rivalutabili solo dal personalissimo finale.

Problema: se un Peter Jackson ci mette nove ore circa a trasporre degnamente su pellicola la sconfinata Terra di Mezzo creata da Tolkien, di quanti minuti ha bisogno un Benigni per fare lo stesso con il romanzo di “puro intrattenimento” più noto al mondo, pubblicato da Collodi nel 1881? Forse più di 111, specie alla luce dell’investimento di 40 milioni di euro.

Sax Marmotta