
Tattoo
- Robert Schwentke
- August Diehl, Christian Redl, Johan Leysen, Nadeshda Brennicke
- Crime, Drammatico, Thriller
- Germania
- 4 April 2002
Trama
Frequentatore di rave party con musiche assordanti e libera circolazione di pasticche, il giovane Marc Schrader, appena diplomato all’accademia di polizia con il minimo dei voti, viene praticamente obbligato dal rude superiore Minks, che l’ha beccato durante una retata, a prendere parte alle indagini sull’orribile morte di una ragazza, investita dopo essere stata spellata.
In seguito ad alcuni sopralluoghi, i due s’imbattono in Maya, misteriosa amica della defunta, e risalgono ad un giro, non sempre legale, di collezionisti di tatuaggi, uno dei quali è il facoltoso Frank Schoubya.
Ma il vedovo Minks non solo ha intenzione di risolvere il caso, vuole anche ritrovare Marie, la figlia scomparsa due anni prima.
Recensione
Si respira un’atmosfera putrescente, quasi cadaverica in questo efferato whodunit tedesco, che proprio per le (fioche) luci dominanti ricorda il danese Guardiano di notte.
Viene in mente pure il Dario Argento seconda maniera, all’epoca araldo di un cinema di genere europeo che sembra avere ritrovato soltanto in anni recenti nuova –ed esportabile– linfa; in molti Paesi, almeno, fuorché in Italia.
Tale coerenza stilistica, unita ad una sapida quanto indiretta metafora sul bisogno di possesso che corrode l’essere umano (oggi più che mai) e all’invenzione di Minks (un duro quasi “classico”; le scene in cui è presente il personaggio, interpretato dal roccioso Christian Redl, sono migliori), innalza leggermente un prodotto che purtroppo zoppica in termini di sceneggiatura.
Probabilmente, il percorso dell’inchiesta è reso cupo, con punte di opacità, dalla volontà di mettere troppa carne (morta) al fuoco.
E talvolta nella grigia Berlino che fa da sfondo alla vicenda spunta un’insospettabile ombra di noia.