Video & Photo

2 videos

Recensione

Nick (il metodico Bateman), Kurt (l’istintivo Sudeikis) e Dale (l’imbranato Day) – è uno di quei rari casi in cui la recitazione sembra assumere le caratteristiche dei personaggi – ritengono di aver subito abbastanza dai loro prepotenti principali, tutti finiti più o meno male nel primo episodio (Come ammazzare il capo …e vivere felici di Seth Gordon, 2011).

Decidono così di mettersi in proprio presentando (goffamente) una loro invenzione – il “docciamico” – che nell’era della futilità rischia perfino di spopolare.

Alquanto sprovveduti, i tre cascano subito in una trappola tesa loro dallo spietato ambiente imprenditoriale, facendosi soffiare l’idea dal primo squalo (un Waltz in sordina) a cui si rivolgono per commercializzare il buffo aggeggio.

Per evitare la bancarotta, dopo una veloce, nuova consultazione con il criminale sui generis interpretato dal reiteratamente divertito Foxx, la banda di frustrati amici si risolve a rapire maldestramente il tronfio figliolo dell’industriale che li ha rovinati, un giovane e inesausto manipolatore (Pine, che rivela sconosciute doti comiche).

Oltre a dovere riaffrontare, a causa di un furto malriuscito, l’irriducibile dentista ninfomane (una sorprendentemente ancor più sboccata Aniston) che tiranneggiò uno dei tre.

Un sequel non scevro di momenti divertenti (spesso di matrice “primitiva”), che ha tuttavia il suo punto debole nell’assembrare i protagonisti: non più vittime di singole situazioni, bensì un gruppetto più o meno indistinto, quasi convenzionale in un prodotto del genere.

Max Marmotta