The Millionaire

È vacuo soffermarsi sulle numerose inverosimiglianze del nuovo film di Danny Boyle (necessariamente coadiuvato sul campo da Loveleen Tandan), riguardanti soprattutto la versione indiana della trasmissione televisiva “Chi vuol esser milionario?” (diretta che altera la possibilità di chiedere l’aiuto da casa, interruzione pubblicitaria prima di una risposta), ma anche l’indistruttibile scorza dei protagonisti: infatti il regista, ispirandosi al romanzo “Q & A” di Vikas Swarup, ha voluto in tutto e per tutto omaggiare la prolifica, vivida tradizione della cosiddetta Bollywood, confezionando un’opera visivamente debordante, corposa, varia, capace di lambire molti generi (con tanto di balletto cantato finale), perfino eccessiva e contraddittoria se vogliamo, ma in grado di accorciare le distanze geografiche e dimostrare l’universalità dell’arte cinematografica.

Così le avventure di Jamal, costretto fin da piccolo a sbarcare il lunario insieme al più cinico fratello maggiore Salim e assolutamente devoto e leale nei confronti della coetanea Latika, ci conducono – come è evidente già dalla sequenza iniziale – sugli sgabelli del popolare quiz del piccolo schermo, dove il nostro è giunto quasi per sfida (e comunque con intenti diversi dall’arricchimento) e dove, incalzato e canzonato da un insopportabile e scorretto conduttore, snocciola ad una ad una ogni risposta (che conosce per caso e serve a evocare le talvolta penose tappe del suo faticoso percorso esistenziale, di pari passo con le trasformazioni di Bombay), a suon di migliaia di rupie.

Insomma, tensione e partecipazione non calano neanche per un attimo, e il curioso nonché rischioso ibrido può dirsi particolarmente riuscito.

Speriamo solo che il gradimento di pubblico (al momento più internazionale che italiano) non generi le solite sterili imitazioni.