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Recensione

Magari la produzione di questo kolossal, reso magniloquente dal reparto effetti speciali, poteva affidarsi a un neo-divo meno insipido di Kit Harington, le cui quotazioni sono salite grazie al televisivo Il trono di spade (e il vero guaio è che la sua inespressività “contagia” pure un collega navigato come Kiefer Sutherland, nel ruolo del crudele senatore che prima gli stermina la famiglia e poi gli insidia la “fidanzata” Emily Browning).

Tuttavia, se il clou del film, ossia la terribile eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che investì di lapilli e cenere (con tanto di successivo tsunami, pare) la città di Pompei, arriva dopo due terzi di narrazione, un motivo ci sarà, ed è quello che attira il pubblico di un prodotto simile: la coinvolgente messinscena, o se si preferisce riproduzione (esaltata dal 3D, per chi sceglie di vederlo in tale versione), di una catastrofe.

Al netto della spettacolarizzazione, il regista Paul W.S. Anderson (già dietro alla maggior parte dei Resident Evil) ne è perfettamente consapevole, perciò la sostanziale irrilevanza dei personaggi che fanno da cornice alla vicenda storica è calcolata e, nel contesto, non particolarmente dannosa.

Mostrano maggiore nerbo, in tal senso, le civili ambizioni di finanziamento per i lavori pubblici del “sindaco” Jared Harris, specchio di eterni giochi di potere, e il carattere di Adewale Akinnuoye-Agbaje (possente attore inglese di origine nigeriana che troppo spesso passa inosservato), tronfio ma leale gladiatore che finisce a spalleggiare il protagonista.

Max Marmotta