
Storia d’inverno
- Akiva Goldsman
- Colin Farrell, Eva Marie Saint, Finn Wittrock, Graham Greene, Jennifer Connelly, Jessica Brown Findlay, Kevin Corrigan, Matt Bomer, Russell Crowe, Will Smith, William Hurt
- Drammatico, Fantasy, Giallo, Sentimentale
- Stati Uniti
- 13 February 2014
Recensione
Un fantasy romantico diretto da Akiva Goldsman, più noto come sceneggiatore e produttore (ha spesso lavorato con Will Smith, che qui compare a sorpresa) piuttosto che come regista, nella cui veste finora aveva girato solo qualche telefilm.
L’incipit promette, illustrandoci una storia d’amore tanto forte da attraversare i secoli (inizia nel XIX, finisce nel XXI).
Il trovatello Peter (un imbambolato Farrell), figlio di immigrati costretti a rimpatriare, avvia una “rispettabile” carriera nel ramo dei furti, finché non rientra nella lista nera di un suo ex-principale, Pearly (lo sfregiatissimo ed efficace Crowe), che vuol fargli la pelle.
Giunge in suo aiuto uno splendido cavallo bianco, pure segno di una volontà soprannaturale che il cattivone, essendo un demone, riconosce subito; motivo per inasprire la caccia.
Ma il ladruncolo, prima di battersela definitivamente, decide di svaligiare un lussuoso appartamento, e ivi s’imbatte nell’eterea Beverly (Brown Findlay: l’impressione è che sentiremo parlare di lei), condannata a morte certa dalla consunzione.
Nasce il più improbabile dei sentimenti, ma questo non è certo un limite del film. Né lo è l’evoluzione sempre più fiabesca della trama, d’altronde discendente da un romanzo di Mark Helprin.
È più grave dover constatare che è la presa emozionale ad allentarsi; per riempire un salto temporale di 119 anni – al di là dell’accettazione del realismo magico – non ci basta sapere che il protagonista ha perso la memoria.
Quando si legge ci si può anche accontentare, al cinema no.