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Recensione

Non ci siamo ancora stufati degli X-Men. Giunti alla quinta avventura cinematografica ufficiale (al netto dei due excursus personali dell’onnipresente Wolverine), i tormentati supereroi devono ingaggiare una lotta senza quartiere – o meglio, una difesa disperata – contro le imponenti Sentinelle, robot concepiti per acquisire i poteri dei da sempre vituperati mutanti e per usarli contro di loro.

I superstiti sono organizzati: Kitty Pryde (Ellen Page) a ogni attacco subito spedisce indietro nel tempo di appena qualche giorno Bishop (Omar Sy) per avvertirli del pericolo.

Ma l’espediente si logora: bisogna inviare il rappresentante più resistente, appunto il lupesco Logan (Jackman), a impedire che, nel 1973, la nefanda invenzione che li sta distruggendo, messa a punto dal geniale Dr. Trask (Dinklage), veda la luce. Come gli spiegano i ri-riconciliati Professor X e Magneto (Stewart e McKellen), sarà necessario convincere i loro corrispettivi più giovani (McAvoy e Fassbender) a collaborare, senza contare le azioni della scheggia impazzita Mystica (Lawrence).

La funambolica sceneggiatura di Simon Kinberg rende la trama appassionante dall’inizio alla fine, la regia di Singer (già autore dei primi due capitoli) è agile e, come in una simpatica rimpatriata, si rincontra con piacere, che sia accreditata o meno, la maggior parte dei personaggi della serie (citiamo solo la Tempesta di Halle Berry).

Il brano con Quicksilver (Evan Peters), poi, sorta di film nel film (non l’unico, comunque), è un valore aggiunto.

Max Marmotta