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Recensione

Memore di un viaggio compiuto in gioventù, nel 1985, condito dalla visione al cinema di un film di 007, il regista Mario Balsamo prova a coinvolgere il suo più caro amico, Guido Gabrielli, in una specie di amarcord.

Gli anni sono trascorsi, il vigore è diminuito, complici pure le gravi malattie che hanno minato la salute di ciascuno dei due.

Ma quello proposto anche allo spettatore vuole essere un viaggio, perfino fisico, alla scoperta della disillusione, oltre che dei luoghi “perduti” (tipo la spiaggia di Sabaudia); una sottolineatura dell’ineluttabile differenza che corre fra gli eroi dello schermo e quelli di tutti i giorni, costretti ad affrontare preoccupazioni di ogni sorta.

Con l’intento di intercettare addirittura Sean Connery in persona (in esilio volontario dalla ribalta ormai da una decina d’anni), i due si consolano incontrando Daniela Bianchi, che recitò in Dalla Russia con amore, e ci spiegano, scegliendo bene i tempi, cosa li ha afflitti.

È quasi un work in progress, con tanto di previews e conseguenti dissidi (quanto “scritti” è difficile dirlo) fra i due protagonisti.

I quali, loro malgrado, dimostreranno che anche il mito e scalfibile. Opera esageratamente personale, però alquanto pulsante.

Max Marmotta