
Generazione 1000 euro
- Massimo Venier
- Alessandro Tiberi, Carolina Crescentini, Francesco Mandelli, Valentina Lodovini
- Amazon Prime, Commedia
- Italia
- 24 April 2009
Recensione
Niente di trascendentale, d’accordo, però il film di Venier, collaboratore di Aldo, Giovanni e Giacomo e autore di Mi fido di te con Ale & Franz, riesce a parlare di precariato in maniera intelligente, allontanandosi dal mondo dei “centri chiamate” affrontato da Celestini nel documentario Parole sante, da Virzì in Tutta la vita davanti o da Federico Rizzo nel recente, paradossale e poco circolante Fuga dal call center, nel quale tra l’altro recita pure Natalino Balasso, qui in un piccolo ruolo.
Ispirata al libro di successo di Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa, tradotta in sceneggiatura dal regista con Federica Pontremoli, la commedia narra le tribolazioni di Matteo (Tiberi), laureato in matematica, assistente universitario di un importante professore (Villaggio), costretto a tirare a campare in quel di Milano con contratti a tempo determinato in una di quelle aziende apparentemente tirate a lucido da partenariati internazionali, in realtà in continuo dissesto e costrette a liberarsi come se niente fosse di risorse brillanti e mai valorizzate.
Il nostro, appena piantato dall’instancabile infermiera Valentina (Inaudi), divide un appartamento sintonicamente crepato con lo spiritoso proiezionista Francesco (Mandelli) e, per improvvisa emergenza, con la simpatica insegnante in attesa di convocazione Beatrice (Lodovini).
L’attrazione per quest’ultima è disturbata da una ghiotta (quanto concreta?) opportunità di lavoro servita su un piatto d’argento da un affascinante superiore, Angelica (Crescentini).
Meglio crescere professionalmente e adeguarsi cinicamente all’ambiente o stringere la cinghia barcamenandosi fra le proprie abilità? La risposta sarà pure retorica, ma il percorso, al di là di qualche imperfezione, è piuttosto curato, ragionevole e munito per giunta di un sano (auto)sberleffo meta-cinematografico.