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Trama

La giornalista coreana Ji-won decide di cambiare il numero del suo cellulare dopo le ripetute minacce ricevute da parte di Jin-woo, psicologo accusato di molestie sessuali nei confronti di ragazze minorenni, nonché oggetto di un’inchiesta curata proprio dalla donna.

Dopo aver accettato l’unico numero messo a disposizione dalla compagnia telefonica, la reporter riceve nuove strane comunicazioni.

Inizialmente, ritenendo che si tratti del dottore, scappa dalla città e si rifugia nella casa dell’amica Ho-Jeong, sposata con Chang-hoon e madre della piccola Yeong-ju.

Ma quando comincia ad indagare con determinazione, scopre che i precedenti possessori del suo numero sono scomparsi misteriosamente, inclusa la prima titolare: la liceale Jin-hie.

Recensione

Nuovo esempio della vivacità del cinema horror orientale, tornato in prima linea grazie al successo dei tre Ringu di Hideo Nakata e del remake firmato da Gore Verbinski.

Ma, allo stesso modo del cinese The Eye, Phone (grandi incassi in Corea del Sud), pur vantando una notevole eleganza stilistica, segue rigorosamente i gusti commerciali occidentali rivelandosi ben poco originale.

Ecco quindi una vicenda basata su una sceneggiatura lenta, che chiama in causa proprio The Ring e anche minime variazioni da Le verità nascoste, passando per un vero e proprio plagio di Echi mortali, dove i momenti di tensione pura, sebbene costruiti con abilità, culminano sempre nel medesimo effetto sonoro assordante.

Salva un minimo le apparenze l’incredibile prestazione della piccola Eun Seo-woo, nel ruolo dell’inquietante Yeong-ju.

Sax Marmotta