
Prendimi e portami via
- Tonino Zangardi
- Noah Lewis Scialom, Rodolfo Laganà, Romana Hadzovic, Valeria Golino
- Drammatico
- Italia
- 3 October 2003
Trama
Il tredicenne Giampiero è irresistibilmente attratto dalla coetanea e compagna di scuola Romana, una rom che abita in un campo nomadi di fronte casa sua.
Quest’amicizia non è vista di buon occhio da Alfredo, suo genitore, un fruttivendolo stanco della vita che conduce (il negozio appartiene ancora a sua madre) e involontariamente aizzato dal razzismo esternato dagli amici Otello, suo agitato fornitore di bibite, e Italo, losco barista.
Luciana, pittrice in timida ascesa e moglie di Alfredo, è più vicina al figlio e, anche lei al limite della sopportazione per le frequenti liti in famiglia, comincia a sciogliersi di fronte alle lusinghe di una carriera artistica, sospinta dal sacerdote Gianluigi, e ai corteggiamenti di un suo acquirente, l’avvocato Antonini.
Le cose si complicano quando Romina viene ceduta dal padre a un laido giostraio per un debito di gioco.
Giampiero vuole assolutamente salvarla.
Recensione
Già autore di una ricognizione dell’universo zingaresco (così amato dal cinema ma così “pericoloso” da trattare), Alullo Drom, e correo (insieme all’allora compagna Antonella Ponziani) dell’irrisolto L’ultimo Mundial, il regista-sceneggiatore-montatore Tonino Zangardi, prendendo a prestito la musica di Kusturica (con parentesi di Bennato e De Andrè) e le intenzioni di Gatlif, ci offre un film oltremodo semplice, benintenzionato ma sepolto dall’ingenuità.
Ci si riferisce in particolare alle scene scolastiche (con un’insegnante completamente fuori dal mondo, vedere come interroga) e a quelle con i bambini più in generale, mal dirette e dotate di scarsa conoscenza del mondo preadolescenziale.
Per il resto, siamo ancora di fronte a una trama (ispirata a un fatto vero) che ci parla di intolleranza e dell’impossibile incontro tra due culture inconciliabili, al quale possono porre rimedio solo le giovani e perlopiù immacolate menti.
Brava la Golino, che dopo Respiro aggiunge al suo carniere l’interpretazione di un’altra e più morigerata anticonformista, strepitoso Laganà, in cerca di nuovi territori, professionale Iuorio, condannato a ruoli di uguale antipatia.
La pellicola, nella quale figura la comunità rom di Vicolo Savini, è dedicata a Piero Natoli, omaggiato di un’inquadratura tratta da un suo lavoro.