
Sotto falso nome
- Roberto Andò
- Anna Mouglalis, Daniel Auteuil, Giorgio Lupano, Greta Scacchi
- Drammatico, Giallo, Sentimentale
- Francia, Italia, Svizzera
- 10 November 2004
Trama
Daniel Boltanski, ebreo d’origine polacca, si è arricchito sotto lo pseudonimo di Serge Novak, grazie al quale ha firmato il best seller “Il viaggio d’inverno” e una serie di altri libri aventi sempre per protagonista lo stesso avventuriero, Laszlo.
Vive agiatamente a Ginevra con la moglie Nicoletta, un’avvocatessa italiana. In trasferta a Capri, in occasione del matrimonio di Fabrizio, figlio della consorte con il quale non va molto d’accordo, Daniel s’imbatte nella misteriosa e affascinante Mila, ragazza di origine polacca.
Dopo una turbinosa notte di sesso, Daniel scopre con sgomento che la sua compagna occasionale è proprio la persona con cui Fabrizio convola a nozze.
La relazione pericolosa, nonostante tutto, sembra continuare. Ma quando l’uomo viene ricattato da foto compromettenti che lo ritraggono con Mila, sente vacillare il suo universo privato così pazientemente difeso.
Sospettando di Ewa, l’unica amica della sua amante, e avendo molto da nascondere del suo passato (dove alberga l’amico defunto Paul), Daniel invoca l’aiuto del suo cinico agente David Ginsberg.
Recensione
Quando una produzione italiana raduna interpreti stranieri di un certo rilievo e la sceneggiatura è redatta, spesso vezzosamente, in un’altra lingua (di solito però è l’inglese, non il francese come in questo caso), si può star sicuri che l’atmosfera sarà pressocché televisiva, e ci sono anche buone probabilità che lo strano mix non funzioni.
Bisogna invece riconoscere al palermitano Roberto Andò, che persegue la vena letteraria inaugurata con il pesante e accademico Il manoscritto del principe (altra opera d’impronta internazionale), di saper sorreggere dignitosamente l’ambiziosa impalcatura, non perdendosi nemmeno nelle insistite scene di sesso.
Saranno le indubbie capacità del cast, sarà il commento musicale dell’infallibile Ludovico Einaudi, eppure l’obiettivo di imbastire un noir, genere così irraggiungibile per tanti registi, può dirsi felicemente raggiunto, al di là di qualche asperità nei dialoghi.
Una pellicola che si sfoglia a mo’ di libro, con un plot (un po’ debitore de Il danno) dove scrittore e modello, sfruttatore e derubato si confondono, si inseguono, si sovrappongono, si ribaltano, per dimostrare a suon di plagi insinuanti che la perdita della privacy, per un VIP o per chiunque (a livelli differenti, è logico), può corrispondere alla fine dell’interesse per la vita.