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Trama

Roma. Sandro è un avvocato ultraquarantenne scapolo esperto in successioni. Nonostante i buoni risultati professionali, non vanta una vita sentimentale altrettanto soddisfacente: le storie con le donne non durano più di un anno.

Finché non comincia a guardare in modo diverso la sua nuova colf, l’ucraina Lena, la quale, efficiente, simpatica e a sua volta giurista, entra subito nelle grazie dell’anziano padre di Sandro, Renato, pur continuando a non impressionare il rigoroso figlio.

L’uomo infatti si trova impelagato in un’ardua questione ereditaria, mentre le sue tre ossessive sorelle, Lorenza, Loretta e Loriana, sono diffidenti verso la nascente simpatia tra il fratello e la donna dell’est e meditano di intervenire.

Recensione

Non si tratta certo di un grande film, specie se inserito nel panorama nostrano attuale, ma più che altro di una graziosa commedia romantica a tratti seria (si parla in fondo di razzismo), basata su un soggetto esile e sviluppata con moderato brio.

Assente dal cinema da cinque anni, il bravo Alessandro Benvenuti conferma, anche in quest’opera minore (completata in realtà nel 2002), il suo stile semplice ed aggraziato, caratterizzato da scelte artistiche personali e da una sceneggiatura a base di dialoghi vivaci, che tradisce l’altra sua grande passione: il teatro.

E se come protagonista preferisce recuperare una tipologia già collaudata in Belle al bar (l’avvocato Sandro, molto simile al restauratore Leo), si rimane allora ammirati dalla capacità registica di coordinare e valorizzare adeguatamente gli interpreti, soprattutto la sorprendente Stefanenko (Lena).

In sostanza, nonostante la discutibile colonna sonora, una piccola simpatica prova che intrattiene senza scadere nella volgarità gratuita e nel prodotto televisivo; mali che accomunano buona parte delle pellicole italiane.

Sax Marmotta