Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni

Il titolo italiano, rispetto all’originale, per smorzare l’impatto e, forse, attrarre maggiormente, ribalta il punto di vista: meglio incontrare “l’uomo dei sogni” che “lo sconosciuto alto e bruno” (ovvero la Morte).

I distributori, per una volta, li perdoniamo; usare indulgenza per il regista Allen, invece, è consolidata abitudine.

Infatti, questa sua penultima opera (già pronta la successiva, Midnight in Paris), la quarta ambientata a Londra nel giro di pochi anni, non brillerà per ritmo, probabilmente nemmeno per le usuali tematiche affrontate dal suo autore (amore & tradimento, superstizione, paura del fallimento, immoralità) con sperimentato tono dolceamaro, però è l’ennesima riprova che il nostro sa confezionare scripts lievi e calibrati, affidando ad attori capaci e ulteriormente valorizzati dalla sua direzione (alla lista qui sotto vanno aggiunte almeno le partecipazioni di Ewen Bremner, Anna Friel, Celia Imrie) dei personaggi scontornati alla perfezione, tipologie molto semplici eppure ideali per trasmettere al pubblico noti (dis)valori quotidiani, con una drammaticità che cova ed è sempre pronta a esplodere, soprattutto verso il finale.

La solita lotta tra commedia e tragedia, ampiamente sviscerata dal cineasta in parecchie occasioni è qui relegata al ruolo di invisibile sottotraccia (magari è questa la vera particolarità della pellicola).

La trama in breve: il maturo Alfie, convinto che la vecchiaia sia solo un contagioso status mentale, prima ancora di trovare la ben più giovane e discinta Charmaine lascia Helena, la quale si affida morbosamente ai consigli di una veggente, Cristal, e si fissa sui vantaggi della metempsicosi; la figlia Sally, frattanto, infatuata del suo capo Greg, ha dal canto suo qualche problema con il marito Roy, scrittore in crisi stregato dalla vicina Dia, prossima alle nozze.