
Machete
- Ethan Maniquis, Robert Rodriguez
- Cheech Marin, Danny Trejo, Don Johnson, Jeff Fahey, Jessica Alba, Lindsay Lohan, Michelle Rodriguez, Robert De Niro, Steven Seagal
- Amazon Prime, Azione, Commedia, Thriller
- Stati Uniti
- 1 September 2010
Recensione
Discendente da un finto e gustoso trailer del 2007, girato insieme ad altri per arricchire il discontinuo dittico di Grindhouse, Machete era molto atteso, sia per questa sua curiosa origine, sia per la buffa composizione del cast (dal mastodontico protagonista Danny Trejo, fedelissimo del regista Rodríguez – stavolta affiancato in sede di regia dal montatore di alcuni suoi film – così come Cheech Marin, il cresciuto Daryl Sabara o l’autoironico Tom Savini, agli “ospiti” di lusso De Niro e Alba, fino agli inespressivi divi in naftalina Seagal, Johnson, Fahey, Lohan, tutti armonicamente collocati!), sia per la persistente intenzione di omaggiare, riproducendolo con divertita nostalgia, il vecchio cinema successivo alla serie B. Ma proprio qui casca l’asino: per quanto “brutto, sporco e cattivo” (e violento), il lungometraggio non riesce a fare a meno di freni visivi e abbellimenti narrativi che vanificano la “nobile” intenzione filologica (il passato è irriproducibile), sfoggiando una confezione inevitabilmente moderna e poco convincente, in pratica un’ibridazione difficile da mandar giù anche se fosse volontaria.
Passaggi iperbolici e francamente godibili (e non solo irriverenti) ce ne sono, e lo stesso si può dire per le citazioni più o meno esplicite, però il ritmo resta incostante.
Semplice, addirittura a suo modo classica la trama: brutale sbirro di confine, Cortez viene quasi ucciso dall’ex-amico Torrez, invincibile boss della droga; molto tempo dopo, le strade dei due uomini si incrociano di nuovo per uno sporco affare (il fittizio attentato a un senatore proto-leghista, con tradimento e feroce vendetta).
Qualche carattere si perde per strada, mentre l’annuncio finale di ben due seguiti è perfettamente in linea con lo spirito dell’operazione.
Notevole il pragmatico scagnozzo tratteggiato da Shea Wigham.