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Trama

Antonio è oppresso fin dall’infanzia da due mostruosi incisivi. Un giorno, durante un litigio, la fidanzata Mara gliene spacca uno con un posacenere. Antonio, che, nutrendo nei confronti dei propri denti un profondo odio, li ha sempre trascurati, sarà costretto a cominciare una vera e propria odissea per i dentisti della città.

Recensione

Non lasciatevi sviare dallo stile che Salvatores ha scelto per raccontare questo horror della psiche o psichedelico.

Il film è in realtà di facilissima lettura, basta prestare attenzione alle riflessioni che Antonio/ Rubini dissemina lungo tutta la vicenda, che altro non è che un viaggio nella memoria, attraverso ricordi dispersi nel corpo e recuperati attraverso vari déjà-vu.

Il racconto vede il protagonista sprofondare da uno studio dentistico all’altro, da una boccetta di antidolorifico all’altra, attraverso odontoiatri sempre più splatter, sempre tormentato dai fantasmi del passato, fino a giungere alla consapevolezza che la vita è tutta un abbandono, dalla nascita alla morte.

Salvatores dà pieno sfogo al suo talento visionario, ricercando maggiori consensi in un pubblico giovane; Rubini è perfetto, inquietanti Bentivoglio e Villaggio (una sorta di dentista Fantozzi/ Addams), eterea la Grinberg, in un personaggio simile alla Seigner di Nirvana.

Sax Marmotta