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Trama

Shrek è un orco che per scelta vive in completo isolamento. La palude dove abita viene però occupata dalle creature delle fiabe, cacciate dalle loro terre dal perfido Lord Farquaad, signore di un’utopistica città.

Deciso a recuperare la sua riservatezza l’orco stringe un patto con l’aspirante re: dovrà liberare la principessa Fiona, prigioniera nel castello di un feroce drago, e in cambio potrà riavere la sua palude sgomberata.

Lo accompagna in questa rischiosa missione un ciuchino logorroico a cui ha salvato la vita.

Recensione

La DreamWorks comincia a fare della vera concorrenza alla Pixar. Dopo il frettoloso esperimento Z La formica, Shrek viene sviluppato in tre anni di lavoro con un sistema di animazione computerizzata rivoluzionario, che parte dalla costruzione della struttura ossea dei personaggi, su cui sono modellati muscoli e pelle.

Vincente si rivela anche l’idea di fondere le caratteristiche della fiaba classica con la comicità “politicamente scorretta”, molto di moda in USA, di cui proprio Mike Myers (Austin Powers), Eddie Murphy e la poliedrica Cameron Diaz sono alfieri.

Così mentre i grandi possono godersi un cartone animato innovativo saturo di citazioni, i piccoli non tratterranno le risate al ricco campionario di flatulenze, rutti e affini.

Irriverente quanto basta per divertire, Shrek manca di ritmo in diversi momenti, forse a causa di una trama esile un po’ troppo tirata, anche per il giovanissimo pubblico.

Il momento romantico del film è commentato dal brano Hallelujah di Leonard Cohen, cantato da John Cale.

Sax Marmotta