007 – La morte può attendere
- Lee Tamahori
- Halle Berry, Pierce Brosnan, Rosamund Pike, Toby Stephens
- Avventura, Azione, Cult Movie, Thriller
- Regno Unito, Stati Uniti
- 17 November 2002
Video & Photo
Trama
In seguito a una missione fallimentare in Corea del Nord, James Bond viene catturato dal generale Moon, il quale ha visto perire suo figlio proprio per mano dell’agente britannico.
Imprigionato e torturato per quattordici mesi, è rimesso in libertà grazie a uno scambio: la sua vita per quella del terrorista Zao, già braccio destro del giovane Moon.
Ma una volta al sicuro ad Hong Kong, 007, accusato di avere fornito preziose informazioni al nemico, opta per la fuga e si affida alle sue risorse per scoprire l’identità della vera talpa.
Con l’aiuto dei servizi segreti cinesi, rintraccia Zao presso l’isola di Los Organos, al largo di Cuba, dove l’attendono anche una clinica segreta e la graziosa collega americana Jinx.
Ma ulterori indagini conducono verso il commerciante di diamanti Gustav Graves, da tempo in cima ai pensieri dell’MI-6.
Recensione
Con il ventesimo film della serie, il quarto interpretato da Pierce Brosnan, torna il caro vecchio James Bond accompagnato dal caro vecchio repertorio.
Un intrigo internazionale basato su inseguimenti mozzafiato e pronto ad essere sventato da una nuova cooperazione tra MI-6 e NSA; dove i cattivi sono schegge impazzite con etica hitleriana, dove la Bond-girl Halle Berry (Jinx) rischia di rubare la scena al protagonista e dove le parentesi dedicate alle figure di contorno, dall’inflessibile M (Judi Dench) al very-british Q (John Cleese), regalano una piacevole sensazione di continuità, sottolineata anche da sporadiche autocitazioni (Una cascata di diamanti, la più evidente).
Un meccanismo valorizzato da un prologo originale, che si inceppa però quando l’atipicità dell’antagonista –punto di forza delle avventure migliori, inclusa Il domani non muore mai– rimane vittima dell’ennesima lettura politically correct unita a una degenerazione al limite della fantascienza.
E, a questo punto, perché non propinarci una Aston Martin invisibile? E perché non insistere principalmente su un dozzinale umorismo a sfondo sessuale, svendendoci anche il primo coitus interruptus di Miss Moneypenny (Samantha Bond)? .
