
2001: Odissea nello spazio
- Stanley Kubrick
- Daniel Richter, Gary Lockwood, Keir Dullea, William Sylvester
- Amazon Prime, Avventura, Cult Movie, Fantascienza, Giallo
- Regno Unito, Stati Uniti
- 9 April 1968
Trama
Prologo preistorico: alcuni ominidi convivono pacificamente fra di loro e con altre bestie, finché, incuriositi dalla presenza di un gigantesco monolito nero, scoprono l’utilizzo di armi rudimentali (cioè ossi) per cacciare e farsi rispettare.
Milioni di anni dopo il dottor Heywood Floyd viene inviato d’urgenza sulla base lunare di Clavius, ove si è manifestato lo stesso monolito.
Diciotto mesi più tardi una missione spaziale, composta dagli astronauti David Bowman e Frank Poole e da tre scienziati ibernati, viaggia verso Giove; è accompagnata dal computer tuttofare HAL 9000, in grado di supervisionare ogni operazione ma, a quanto pare, anche di provare sentimenti.
Recensione
Prima che le immagini scorrano sullo schermo, tre minuti di musica di Johann Strauss (e almeno altri dieci dopo la fine) ribadiscono che non siamo di fronte a una comune opera cinematografica.
Per questo è stata ridistribuita in tutto il mondo nella ricorrenza indicata dal suo stesso titolo, a partire dal 7 marzo (secondo anniversario della morte di Stanley Kubrick).
Un film concepito nell’arco di quattro anni, che va oltre la fantascienza, intriso di filosofia evolutiva ed esistenziale, pieno di sequenze silenziose ed indimenticabili la cui interpretazione, per dichiarata intenzione dell’autore, è lasciata allo spettatore.
Il monolito, sul quale si sono arrovellati in molti, è prima di tutto un simbolo divino atto a catalizzare gli eventi dell’umanità, che a sua volta ha sviluppato (e il film salta volutamente tutto ciò che sta in mezzo) la facoltà di trasmettere potere a una macchina.
Stabilire, nell’eterno moto di circolarità che suggerisce la pellicola, se a ricominciare da capo sia il singolo o la storia non riveste eccessiva importanza.
Fondamentale è, piuttosto, riflettere sulle origini dell’uomo e sul suo futuro, entrambi argomenti densi di fitto mistero.
Gli occhi azzurri di Keir Dullea aiutano a decodificare la scena conclusiva. La voce originale di HAL, personaggio a sé stante dotato di battute che testimoniano il suo bisogno di essere parte dell’equipaggio, è di Douglas Rain.
Nel breve ruolo della bambina del dottor Floyd, la figlia di Kubrick, Vivian, all’epoca infante.