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Trama

Nell’immaginaria città di Arborea si vive nel totale rispetto della natura e nell’intenzione di opporre una decisa resistenza agli invasori, abitanti della vicina Petra, dove il disboscamento in nome della costruzione è all’ordine del giorno e non ci si fa scrupoli a prendere prigionieri.

Per giunta, il malvagio Ramfis trama, con l’aiuto del dio Satam, per rovesciare il legittimo sovrano Diaspron e far sposare il suo ingenuo figlio Kak con la capricciosa principessa Amneris.

Il giovane Radames, figlio di un generale, non ha mai riflettuto sui soprusi perpetrati dalla sua gente; la combattiva Aida, teoricamente sua avversaria, è destinata a fargli aprire gli occhi.

Recensione

Inaugurato da un attacco senza fronzoli, il nuovo cartone animato di Guido Manuli (L’eroe dei due mondi, Volere volare) si avvale di una buona sceneggiatura dalla vaga ispirazione verdiana (scritta con Umberto Marino, coautore del contemporaneo Momo alla conquista del tempo) e delle funzionali musiche di Ennio Morricone.

I personaggi, a metà tra l’animale e l’umano, sono di ottima fattura, mentre il contrasto Arborea/Petra rappresenta un’istruttiva sintesi dei nostri tempi.

Purtroppo, gli effetti digitali non si amalgamano sempre a dovere –quando non stonano– con l’animazione bidimensionale classica (il film è stato realizzato da diversi staff lontani fra loro, ognuno con la sua specialità), la conclusione appare improvvisata e si commette l’errore di far parlare, prima della simpatica sequenza sui titoli di coda, personaggi votati al mutismo per concezione come Raz (metà armadillo e metà coccodrillo, i cui oracoli sono contenuti nelle pozze delle sue lacrime).

Un paio di canzoni di Filippa Giordano rimangono “fuori campo”, mentre Enzo Iacchetti, doppiatore di Kak, dà vita all’unico numero veramente musicale.

Peraltro, la voce di Massimo Lopez (Ramfis) rimanda involontariamente al minore Scimmie come noi.

Max Marmotta