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Recensione

Ispirata, come Il nome del figlio, I babysitter, Mamma o papa?, Poveri ma ricchi, a un film francese – inedito da noi ma graficamente copiato (cercatevi la locandina in rete) – e girata dall’inarrestabile Silvestrini (tre regie in un anno, dopo 2night e Monolith), quest’indecisa commedia oscilla paurosamente tra la comicità demenziale da spoof o cartoon, quella soltanto sopra le righe e quella giovanil-televisiva, di per sé inconciliabili a meno di non essere autori assai navigati (però qui si prova perfino a inserire riflessioni “serie”).

Un liceo “vanta” una bassissima percentuale di promossi; il provveditore (un unto Francesco Procopio) minaccia il preside (Andrea Pennacchi) di chiuderlo se nell’anno in corso non si migliora, e al contempo propone un’assurda soluzione: assumere pessimi insegnanti per riproporzionare i risultati.

Sorvolando sull’evoluzione della trama, lo script toppa soprattutto nel tratteggio “educato” degli allievi, non favorito dal casting (Irene Vetere e il rapper Rocco Hunt – il suo numero musicale è posticcio – decisamente non bucano lo schermo; meglio la fresca ma appartata Veronica Bitto).

Rimangono gli altri attori: i magnifici sette professori (Bisio, Guanciale, il piacevolmente ritrovato Nichetti, Di Biase, Santana, più Pietro Ragusa e Alessio Sakara, con l’aggiunta della graziosa Giusy Buscemi) sono scelti (e presentati) bene; il vicepreside Christian Ginepro addirittura si distingue.

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Max Marmotta