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Trama

I detective di Miami Marcus Burnett, padre sposato con Theresa, e Mike Lowrey, scapolo impenitente, nonostante continuino a lavorare gomito a gomito, sono ormai ai ferri corti: tanto desideroso di una vita tranquilla e priva di stress l’uno quanto fracassone e approssimativo l’altro.

Mike, inoltre, ha avuto di nascosto una storia con Syd, sorella di Marcus e agente sotto copertura all’insaputa di entrambi.

Il caso del momento riguarda una capillare organizzazione dedita alla produzione e allo spaccio di ecstasy: le pillole vengono preparate in Olanda e ingegnosamente trasportate via mare negli Stati Uniti, all’interno di cadaveri.

A capo del lucroso e illegale commercio c’è lo spietato cubano Johnny Tapia, che intrattiene stretti rapporti con l’altrettanto losco imprenditore russo Alexei e il suo socio Josef.

Con i solidali colleghi sudamericani Reyes e Vargas, Burnett e Lowrey, tra un disastroso inseguimento e una lavata di capo del capitano Howard, cercano di risalire ai vertici della gang e di proteggere Syd.

Recensione

Da noi non se ne ricorda nessuno, ma Bad Boys (1995), accettabile buddy movie poliziesco, fu un buon successo negli USA e rivelò sia le potenzialità cinematografiche dei comici prevalentemente televisivi Martin Lawrence (qui migliorato rispetto ai suoi ultimi lavori) e Will Smith, sia lo stile registico (tuttora caratterizzato da un montaggio confuso) di Michael Bay, il quale stavolta si ritaglia un piccolissimo ruolo di autista riluttante a farsi confiscare la macchina.

Questo secondo film gioca al rialzo e risulta un’operazione parecchio simile a Beverly Hills Cop II: anche allora, infatti, Tony Scott esagerò il côté azione a scapito della costruzione dei personaggi.

Burnett & Lowrey ciarlano troppo e perdono un’identità precisa e coerente, e lo stesso potrebbe dirsi del rompiscatole capitano Howard.

La sbilanciata e vacua scena in casa di quest’ultimo, con Burnett sopraffatto dall’ecstasy, esemplifica a dovere quanto la pellicola sia gestita male (vedi pure il minutaggio eccessivo), preoccupata solo di disseminare violenza efferata, esplosioni e guerriglie urbane.

Peggio il lato commedia, con battute pesanti, salme profanate quasi in ogni modo e un poco edificante scherzo per terrorizzare, armi in pugno, un allampanato quindicenne.

Insomma, chi cerca intrattenimento si accomodi, ma un qualsiasi Arma letale varrà sempre cinque Bad Boys.

Cameo per il campione di football Dan Marino.

Max Marmotta