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Trama

Praga, Repubblica Ceca. L’agente della CIA Gaylord Oaks deve momentaneamente sospendere una rischiosa missione che prevede l’acquisto di una bomba nucleare portatile da Adrik Vas, diffidente neomiliardario russo.

Il suo contatto, nonché migliore elemento della sua squadra, Kevin Pope, è stato infatti assassinato dal criminale internazionale Dragan Adjanic, determinato ad impossessarsi dell’ordigno per scopi terroristici.

A Oaks non resta altra alternativa che convincere Jake Hayes, bagarino di New York fratello gemello di Kevin, a improvvisarsi agente segreto operante sotto falsa identità nell’est Europa fino alla conclusione dell’affare.

Recensione

Dopo una riuscita pellicola indipendente (Tigerland), Joel Schumacher torna con un blockbuster preconfezionato, scommessa già fatta molte altre volte peraltro senza particolare successo.

Per soddisfare una platea sempre più vasta, la sceneggiatura di routine impone l’ennesima contaminazione tra due generi, sbagliando evidentemente le dosi.

Diversi gli stantii momenti comici, per lo più affidati alle improvvisazioni del dandy Rock (Hayes/Pope), piccole parentesi di un già noioso film di spionaggio basato interamente su inseguimenti e sparatorie orchestrate da un Hopkins (Oaks) in inedito abbigliamento casual.

Oltre alle artefatte caratterizzazioni au contraire dei due protagonisti, si colloca in questo panorama abbastanza piatto anche la trita fobia americana di un attentato su territorio nazionale; la vita imita l’arte o l’arte imita la vita? Fatto sta che il film, già in lavorazione prima del settembre 2001, si è visto costretto a rimandare la propria uscita e a cambiare titolo più di una volta: da Black Sheep a Czech Mate, fino al definitivo poco calzante Bad Company.

Sax Marmotta