
Caterina va in città
- Paolo Virzì
- Alice Teghil, Antonio Carnevale, Margherita Buy, Sergio Castellitto
- Amazon Prime, Commedia, Da Riscoprire, Drammatico
- Italia
- 24 October 2003
Trama
Gli Iacovoni traslocano da Montalto di Castro a Roma, a casa di una zia malata. Giancarlo, marito dell’ingenua Agata e padre dell’adolescente Caterina, ha finalmente ottenuto l’agognato trasferimento ed ora si accinge ad insegnare in una scuola della capitale (della quale è originario), dove spera in cuor suo di dar sfogo alle sue aspirazioni letterarie.
A farne le spese è proprio la ragazza, già spaesata in un ambiente così diverso e velatamente costretta dal genitore a frequentare le compagne di classe provenienti da famiglie bene.
L’amicizia di Caterina, peraltro, è contesa proprio da due coetanee, esponenti di opposte scuole di pensiero: Margherita Rossi Chaillet, rampolla di Lorenzo e Livia, un pittore e una scrittrice sinistrorsi e divorziati, e Daniela Germano, figlia del politico Manlio, pezzo grosso del governo.
Recensione
Per quanto non si discosti molto da Ferie d’agosto (per la contrapposizione destra/sinistra ma anche per un impianto più sottilmente corale e il riutilizzo di qualche caratterista), il nuovo lavoro di Virzì ha parecchi pregi ed è corroborato da una scrittura acuta, da dialoghi pungenti e realistici e da un cast perfetto, capeggiato da Castellitto, borghese piccolo piccolo all’ansante ricerca di un riscatto sociale, e da Buy, consorte in disparte pronta all’esplosione.
Con intelligenza e attraverso lo sguardo innocente di Caterina (la brava esordiente Alice Teghil), il regista, tra un sorriso e una frustrazione, addita la boria di una fazione politica con un passato di cui scusarsi e l’incapacità, tutta snob, dell’altra di contrastarla, con la piena consapevolezza che a riflettori spenti gli avversari vanno a braccetto (significativo, a tal proposito, l’incontro fra Manlio/Claudio Amendola e Lorenzo/Flavio Bucci).
E dire che gli scontri ideologici cominciano proprio in classe, per partito preso, per “discendenza”, senza una vera cognizione del perché ci si accapigli.
Il senso di dispersione aumenta con la voragine dialogica che si crea tra genitori e figli, ed è l’ennesima riprova che il sistema, proseguendo così, non può andare lontano.
Molti personaggi appaiono, più o meno velocemente, nella parte di se stessi: fra loro, Michele Placido, Roberto Benigni, Maurizio Costanzo, Simonetta Martone e l’ex-ministro Giovanna Melandri.