Trama

Il musicista afroamericano Corey Harris ripercorre le origini del blues, incontrando coloro che gli diedero lustro o raccontandone le talvolta difficili, talaltra fastose esistenze attraverso le testimonianze di chi li conobbe.

I nomi di questi pionieri, a volte scoperti dall’esperto Alan Lomax, sono Othar Turner, Son House, Muddy Waters, John Lee Hooker, e le loro performance avevano origine intorno al delta del Mississippi, là dove gli schiavi erano costretti a raccogliere il cotone.

Ma le vere radici di questo peculiare genere melodico sono proprio in Africa, nel Mali, presso il fiume Niger.

Con emozione, Harris si reca anche lì, conoscendo Salif Keita, Habib Koité, il generoso Ali Farka Touré… .

Recensione

Dovrebbe chiamarsi Dal Mississippi al Mali. Un viaggio all’inverso (il posizionamento della chitarra della “guida” Harris sul portabagagli del pullman africano sembra testimoniarlo) ricco di sentimento e di umori non solo musicali costituisce il secondo capitolo della serie “The Blues”, successivo a L’anima di un uomo – The Soul of a Man di Wim Wenders.

Un’inchiesta senza fronzoli sul cammino del più struggente dei generi, nato come tenato come difesacomplessoelligenza dell’lle melodieio a L’ musciale pi, là dove gli schiavi erano costretti a raccogliere il cnue difesa dalla schiavitù, che l’organizzatore della serie Scorsese dirige con un occhio (o un orecchio?) al suo L’ultimo valzer e un altro, rispettosissimo, ai retaggi culturali chiamati in causa dal percorso intrapreso, confermando la grande intelligenza dell’operazione nel suo complesso.

Ancora, uno studio etno-antropologico allietato dalle melodie di antichi strumenti e da toccanti incontri dal sapore ancestrale (come sottolinea il nome originale della pellicola), dove, cosa rarissima, il doppiaggio in stile réportage convive, nell’edizione italiana, con i sottotitoli (che sono di nuovo opportunamente in inglese durante l’esecuzione di alcuni brani).

Questa piccola opera, poco pretenziosa e magari non interessante per chiunque allo stesso modo, è tutto questo.

Ed è annessa, coerentemente, ad un ottimo documentario di Nanni Moretti, The Last Customer, sulla chiusura di una farmacia newyorkese gestita da un italo-americano: tre segmenti (demolizione, smantellamento, ultimo giorno di lavoro) anch’essi proposti a ritroso.

Solo con il cinema si può fare.

Max Marmotta