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Recensione

Arrivata abbastanza meritatamente al terzo capitolo, la serie animata della Illumination mostra segni di stanchezza.

Non che manchino gag abbondanti, fantasia a briglia sciolta, citazioni colte (soprattutto quella di West Side Story in carcere).

L’osservazione concerne perlopiù la scarsa volontà di (sforzarsi di) chiudere brillantemente delle situazioni (vedi lo scomparso nella battaglia finale che inspiegabilmente ricompare), senza contare l’ormai imprecisa indole del protagonista Gru, cattivo pentito e agente reietto della Lega Anticattivi, la cui indole relativamente maligna è sempre solleticabile.

Le tentazioni giungono dallo sconosciuto, ricchissimo gemello Dru, che insiste per mantenere la tradizione criminale.

Per fortuna ci sono l’integerrima compagna (e aspirante madre adottiva) Lucy a tenere la barra dritta e l’egocentrico nemico contro cui far fronte comune Bratt.

Quest’ultimo – che pare disegnato da Uderzo costituisce un valido motivo per dare un’occhiata, pur non essendo un carattere del tutto originale (un ex-bimbo prodigio della tv che intende rivalersi sull’industria che lo usò).

Gli invadenti familismi sono compensati da un buon repertorio musicale, dal cast vocale (in versione originale al doppio Steve Carell e a Kristen Wiig s’aggiunge Trey Parker – autore di South Park nel ruolo dell’antagonista; da noi doppiano nell’ordine Max Giusti, Arisa e Paolo Ruffini) e dai definitivamente autonomi Minions.

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Max Marmotta