
Chi lo sa?
- Jacques Rivette
- Hélène de Fougerolles, Jeanne Balibar, Marianne Basler, Sergio Castellitto
- Commedia, Crime, Drammatico
- Francia, Germania, Italia
- 28 September 2001
Trama
Camille fa parte, unica francese, di una compagnia d’attori italiani in tournée a Parigi con il pirandelliano “Come tu mi vuoi”.
Dirige lo spettacolo Ugo, il suo amante, che occupa pure un ruolo in scena, ma la loro relazione appare in una fase di stallo.
Sarà perché la donna è inquieta: in città, dove non tornava da tre anni, risiede il suo ex, Pierre, professore universitario che ora convive con Sonia, e lei non sa decidere se andarlo a cercare; o perché il segreto intento del regista, che vaga per le biblioteche, è scovare un testo di Goldoni ritenuto ormai perso (in tal frangente, si imbatte nella giovane Do e nella sua strana famiglia, composta da madre premurosa e scapestrato fratello, di nome Arthur).
Chi lo sa? .
Recensione
Il trailer richiama simpaticamente alla mente “Sei personaggi in cerca d’autore”, però è proprio da “Come tu mi vuoi” che la vicenda prende le mosse, poiché Pierre vorrebbe “conservare” Camille a modo suo.
Il lieve ma acuto Rivette, altro reduce della Nouvelle Vague, come d’abitudine (La bella scontrosa, Alto basso fragile), ha curato due versioni del suo film, una lunga e una “breve”, che è quella giunta nelle sale della penisola; i tagli, sebbene curati dallo stesso regista, causano la mancanza di qualche nesso (Sonia che dorme –o è svenuta?– nella dépendance del suo centro danza dopo una serata con Arthur, Camille che in casa di quest’ultimo sa dove trovare l’anello rubato), e ciò inficia la squisitezza di un intreccio semplice e intelligente.
A discapito della qualità generale ci sono anche le scelte dell’adattamento linguistico: poiché l’allestimento teatrale è in italiano, si è scelto opportunamente di sottotitolare i dialoghi tra francesi; eppure, per non spiacere troppo al pigro pubblico di casa nostra, già messo a “dura” prova (metà pellicola è così in originale), si è deciso, poco realisticamente, di doppiare tutte le parti in cui è presente Ugo (che invece ogni tanto indugia nella scelta dei termini), come se ogni interlocutore transalpino sapesse esprimersi perfettamente nell’idioma dell’ospite.
Il cineasta Claude Berri fa il libraio.