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Trama

Los Angeles. Il nero Max fa il tassista da ormai dodici anni, con l’intenzione di mettere da parte un cospicuo gruzzolo e aprire un servizio di autonoleggio specializzato in limousine e riservato ai più facoltosi.

Una notte, dopo avere fatto colpo su una cliente, l’avvocatessa Annie, prende a bordo Vincent, elegante agente immobiliare brizzolato, in città per urgenti affari.

L’uomo propone a Max, dietro lauto compenso, di essere il suo autista in esclusiva fino alla mattina dopo.

Il conducente accetta dopo qualche titubanza, per poi scoprire che Vincent è in realtà un killer professionista, assoldato dal malavitoso Felix, a sua volta indagato dall’FBI.

Nel frattempo, il detective della polizia Fanning è insospettito dai numerosi e ravvicinati omicidi, tutti riconducibili alla medesima mano.

Recensione

Dopo essersi cimentato in opere impegnate e impegnative (Insider, Alì), Michael Mann torna al thriller –mischiato con il poliziesco, il noir e l’action movie–, genere che di più ama, già affrontato con successo nell’esperienza televisiva di “Miami Vice” o nei film-pietre miliari Strade violente e Heat.

E, per quanto Collateral si basi su un soggetto ben poco originale, si rimane ancora una volta stupiti dalla capacità di Mann di arricchire anche la storia più banale.

Innanzitutto con impeccabili dialoghi (Stuart Beattie è scrittore di professione), che talvolta sfiorano la commedia e il machismo tipico dei suoi personaggi, e poi affidandosi a riprese in digitale (tranne la sequenza in discoteca), che ci restituiscono Los Angeles con riverberi di notevole realismo.

Il tutto unito a un puntuale studio dei caratteri che, come nelle precedenti pellicole, elimina le facili distinzioni tra bene e male, soprattutto grazie ai concentratissimi Tom Cruise (Vincent, killer elegante e anonimo, segnato dalla sua infanzia infelice) e Jamie Foxx (Max, perfetto uomo qualunque con problemi da proletario).

In sostanza: un ottimo blockbuster d’autore, strada purtroppo intrapresa di rado da Hollywood.

Sax Marmotta