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Recensione

Chi esce peggio dal nuovo cinepanettone (se ha ancora un senso definirlo così) prodotto da Aurelio De Laurentiis (che ne approfitta per inserire uno “spottone” sul suo Napoli) sono i pur validi Luca (Bizzarri) e Paolo (Kessisoglu): il loro episodio, il primo, intitolato Sbornia d’amore (due impiegati portuali, uno perdutamente innamorato della donna che segretamente si porta a letto l’altro, a caccia di un biglietto vincente del lotto), ha una struttura esilissima, oltre a recare evidenti riferimenti (i numeri giocati) alla commedia dei De Filippo Non ti pago! Tuttavia i richiami inseriti dagli sceneggiatori – oltre al regista Parenti figurano Volfango De Biasi, Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni – ai grandi commediografi partenopei non si fermano qui, poiché la tranche successiva, recitata da De Sica e dal “solito idiota” Mandelli, si chiama esplicitamente Non è vero ma ci credo e racconta di un superstizioso industriale costretto a servirsi di un interprete porta-rogne di mongolo.

Il livello migliora leggermente, però l’insieme è piuttosto scontato. Dunque, stavolta come l’anno scorso ci si può consolare con Pasquale “Lillo” Petrolo e Claudio “Greg” Gregori e il loro segmento, Una pazza eredità, incentrato su due fratelli per caso: uno è un ballerino spiantato con quattro figli a carico, l’altro un manesco svitato facente parte di un inatteso lascito.

Nulla per cui esaltarsi, ma almeno uno scorcio di commedia più presentabile. Magari uno spunto che la Fimauro potrebbe prendere per il prossimo “dolce” natalizio.

Max Marmotta