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Trama

Eva lavora come esattrice per Al, losco uomo d’affari nonché suo ex-marito e padre del suo bambino.

Si erano conosciuti nell’ambito dell’off-Broadway, dove Eva si distingueva come attrice e Al come impresario.

La relazione intrecciata dopo il divorzio con il giovane Zip spinge la donna a dare un calcio a tutto per cambiare vita.

Al, che vorrebbe trattenere l’ex-moglie in città il più possibile, cerca di coinvolgerla nel recupero di 600.000 dollari svaniti nel nulla e anche nell’allestimento del suo prossimo progetto: mettere in scena American Buffalo di David Mamet.

Recensione

Bisogna essere ben disposti per questo film dell’indipendente Amos Poe. Affidarsi a lunghi monologhi (per lo più citazioni), a riprese artigianali e a dialoghi che pescano nel realismo più puro (purtroppo penalizzati dal doppiaggio), può costituire un rischio, specie in un periodo in cui il pubblico è assuefatto a lacrime facili e roboanti blockbusters.

Comunque di Poe ci piacciono la coerenza e la ferocia con cui si scaglia contro lo show-business. Ci viene descritto un mondo in cui il mestiere dell’attore non differisce molto da quello del delinquente.

Un mondo che di solito si ritiene popolato da serpenti, ma che invece brulica di rane invidiose le quali storpiano i capolavori della storia del cinema e eliminano la concorrenza con un colpo di pistola.

Resta un segnale positivo il fatto che Poe abbia diretto in quest’opera diversi nomi abbastanza noti, tra cui si distinguono i bravi Barbara Hershey (Eva) e Robbie Coltrane (Al).

Sax Marmotta