
Fame chimica
- Antonio Bocola, Paolo Vari
- Marco Foschi, Matteo Gianoli, Teco Celio, Valeria Solarino
- Drammatico
- Italia, Svizzera
- 30 April 2004
Trama
Claudio è un ventenne residente nella periferia milanese, più precisamente nella quadrangolare piazza Gagarin, poco incline alle ramanzine del padre.
Fa un lavoro massacrante, ovvero il magazziniere di ipermercato, alle dipendenze di suo zio e di una cooperativa.
La sera, sulle panchine dell’enorme spiazzo o in discoteca, incontra i suoi amici perdigiorno, fra i quali si distinguono l’impulsivo Cuccu e Manuel, compagno d’infanzia, ormai attestatosi come temuto capetto della zona e spacciatore di droghe leggere.
Claudio e Manuel fanno parte di due mondi diversi, ma si vogliono bene. Quando il primo lega con un’altra ragazza del posto, quella Maja, figlia del ricco tabaccaio, che spesso risiede all’estero, anche il secondo prende a frequentarla.
La situazione diventa delicata, senza contare che il vigile commissario Di Natale è sovente di ronda… .
Recensione
Una storia che, come tante, comincia dalla fine, raccontata ad hoc da due giovani registi che hanno sviluppato un documentario girato sei anni prima.
La pellicola, dopo una partenza che richiede l’acclimatazione dello spettatore, è più che interessante, grazie pure allo squallore dell’ambientazione (al quale, per l’appunto, ci si abitua nel giro di poco); ma il vero colpo di genio (per quanto non si tratti di una novità assoluta) è affidare alle canzoni “arrabbiate” del napoletano Luca Persico, detto Zulù, più noto come la voce dei 99 Posse, il “coro” della vicenda, un narratore sui generis che sottolinea l’ipocrisia che può covare perfino nel mondo proletario (quello degli adulti, soprattutto), dove si preferisce ignorare i problemi più prossimi per addossare ogni colpa all’“invasore” straniero (e il progetto illiberale della recinzione non ha difficoltà a trovare avalli).
Dietro la passività dei tardo-adolescenti c’è una sfiancante disillusione che porta a vivere “tutto e subito” buona parte dei protagonisti; i pericoli ipotizzati sono relativi, è importante che non esploda nessun dramma feroce (possibilità comunque non completamente esorcizzata); questo però non vuol dire che il male sociale, quello che quotidianamente corrode gli slanci di una crescita, sia da considerarsi minore.
La pluralità dei punti di vista, anche aggressivi, rimanda addirittura allo Spike Lee di Fa’ la cosa giusta.
Intensa e vera la scena in cui Claudio (il bravo Foschi) spia il padre (il naturale Celio) che lo difende parlando al telefono.
Il metaforico titolo allude al languore post-spinello. Fra gli artisti presenti nell’aspra colonna sonora, Al Mukawama e Subsonica.