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Recensione

Filosofia (e chiacchiere) nella Napoli borbonica del 1815, poco prima della fucilazione di Gioacchino Murat.

Il film è filtrato soprattutto dagli occhi del giovane soldato convalescente Eugenio, un nonno principe che trasuda cultura (uno Sharif fin troppo consapevole del fascino della propria saggezza) e un cugino rozzo votato alla battaglia armata.

Contraddizioni storiche e aneliti amorosi: a Lambertini, già autore del piccolo ma ambizioso Vrindavan Film Studios, piacciono in qualche modo le sfide.

Se solo l’incedere della sua narrazione fosse appena più movimentato, lo si potrebbe appoggiare in pieno.

Max Marmotta