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Trama

Sarah lavora al Newsweek, così come suo marito Harrison, fotografo d’assalto. L’uomo, specializzato in réportages di guerra ma ormai deciso a rinunciare ad incarichi pericolosi che lo allontanino dalla famiglia (ha due figli, Cesar e Margaux), viene inviato in Jugoslavia ad immortalare il nascente e sanguinoso conflitto civile (è il 1991).

La notizia della sua morte induce la sua tenace compagna, convinta del contrario, a recarsi in quei martoriati luoghi.

Recensione

Non è lontanamente paragonabile all’acume del quasi coevo No Man’s Land, eppure il film di Élie Chouraqui (Amore e Musica, Kidnapping – Pericolo in agguato), realizzato con un certo dispendio di mezzi, possiede diverse qualità, non ultima il ponderato titolo.

Trova nel realismo il punto di maggiore forza: le sequenze drammatiche (ben rette da Andie MacDowell) esplodono all’improvviso, coinvolgendo lo spettatore e comunicandogli un’idea, ancorché distante, del quasi inspiegabile mestiere del reporter di guerra, destinato presto o tardi al trauma.

Qualche concessione alla maniera, ma per il resto una valida e cruda denuncia.

Max Marmotta