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Trama

A digiuno di successi da parecchio tempo, il regista cinematografico Val Waxman si tiene a galla girando spot in attesa di un buon ingaggio.

I numerosi consensi e i due Oscar raccolti tra gli anni ’70 e ’80 non aiutano però a debellare la cattiva fama di cui gode presso tutti gli studios.

Le sue continue crisi d’ansia gli generano solitamente un’incontrollabile ipocondria che impedisce il completamento di qualsiasi progetto.

Quando infatti accetta l’inaspettata proposta dell’ex-moglie Ellie e del produttore Hal di realizzare un grande film a Manhattan, Val viene colto da cecità di origine psicosomatica, ma cede alle pressioni del suo agente Al e prova a terminare ugualmente l’opera.

Recensione

Dopo aver riscoperto con le prove più recenti il gusto per la commedia pura, il grande Woody Allen trova ancora la capacità di stupire pur mantenendosi fedele a se stesso.

Se la complessa storia d’amore tra Val e Ellie (Téa Leoni, bella come una diva d’altri tempi) e la cura per i dialoghi rivelano dei tratti molto familiari, allora può solo fare piacere la rinnovata attenzione per situazioni e gag che costituivano il suo repertorio negli anni ’70.

Certo l’elemento comico di questo film diretto con mano leggerissima è visibilmente trascurato rispetto alla metafora a più livelli che lo pervade.

La cecità che infatti colpisce Waxman, oltre ad essere veicolo di continui piacevoli equivoci, simboleggia sia il recupero di antica lucidità nei rapporti sentimentali che la condizione patologica della Hollywood contemporanea.

Quest’ultimo aspetto viene trattato nel modo più tagliente, con netti riferimenti autobiografici anche alle inumane stroncature dei critici e del pubblico di casa.

Le divertenti frecciate del buon Woody mettono in guardia dalle pellicole americane sfornate dalla sterile simbiosi regista-agente-produttore (non a caso con i nomi assonanti Val, Al e Hal) definitivamente votata alla convenzionalità commerciale.

Ma un vero auteur potrà sempre rifugiarsi all’estero, magari dandosi il cambio con tecnici iperqualificati.

O forse sono gli europei a non capire un beneamato di cinema? .

Sax Marmotta