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Recensione

Secondo episodio delle gesta di Katniss Everdeen (nei cui panni si cala ancora, tra spirito di sopravvivenza, senso pratico e carità, la capace Jennifer Lawrence), protagonista della saga di successo scritta da Suzanne Collins, prospettante una società futura all’insegna della distopia: poveri assoggettati da un’oligarchia e rigido controllo delle masse.

Alla cinepresa non c’è più Gary Ross, bensì il Francis Lawrence di Io sono leggenda, che dirigerà pure l’ultimo capitolo della serie, Il canto della rivolta, diviso – pare ormai un’usanza imprescindibile! – in due parti previste per il 2014 e il 2015.

Cambia poco, perché qui più che un autore di estrazione classica occorre un bravo mestierante, abile nella tecnica quanto nella narrazione.

La coraggiosa vincitrice dell’ultima edizione dei tremendi Hunger Games durante l’obbligatorio Victory Tour, effettuato a fianco del trascurato spasimante Peeta (va maturando Josh Hutcherson), con il quale divise eccezionalmente il “podio”, scorge il malcontento della popolazione, che in lei vede il simbolo di una possibile rivolta.

Purtroppo se ne avvede anche il crudele Presidente (sul centellinato carisma malefico di Donald Sutherland non c’è niente da aggiungere), che indice la nuova edizione dei mortali Giochi annuali a (letterale) eliminazione diretta: trattandosi della 75ª gara, si affronteranno i rappresentanti (una coppia per ogni distretto) dei vecchi “campioni”.

Tra cast di lusso e lucidi sguardi sulla realtà, questo resta forse l’unico fantasy oggi meritevole di attenzione.

Max Marmotta