
I fiumi di porpora
- Mathieu Kassovitz
- Dominique Sanda, Jean Reno, Nadia Farès, Vincent Cassel
- Crime, Giallo, Thriller
- Francia
- 26 September 2000
Trama
Un misterioso delitto in una università nel nord della Francia. La vittima viene rinvenuta in posizione fetale, martoriata e mutilata. La polizia locale non sa che pesci prendere, e infatti arriva l’aiuto dalla capitale, un super sbirro, molto noto nell’ambiente nonché docente di criminologia.
L’omicidio si rivelerà collegato con la profanazione della tomba di una bambina in un paese poco distante da Guernon, sede dell’università.
Si occupa dell’inchiesta un giovane poliziotto di provincia che collaborerà con il collega parigino; nel frattempo i delitti continuano.
Recensione
Kassovitz (giovane regista prodigio del cinema francese) prova a confezionare un prodotto simile a quello del collega-compatriota Luc Besson.
Quest’ultimo era riuscito a girare un film quale Il quinto elemento interamente in inglese, facendo affidamento solo su capitali e cast tecnico francesi ed europei, arrivando a conquistare anche il pubblico americano.
I fiumi di porpora è un film dal taglio hollywoodiano, che ricalca fin troppo Seven, a partire dal duo Reno-Cassel, troppo simile alla coppia Morgan Freeman-Brad Pitt, per concludere con il serial killer che lascia nel corpo della vittima indizi sul crimine successivo.
Kassovitz cura il film con splendide riprese e un’ottima fotografia (Thierry Arbogast che ha lavorato ne Il quinto elemento e Gatto bianco gatto nero) che confermano una tecnica e uno stile senza dubbio invidiabili in un europeo, ma non riserva le medesime cure –al contrario di Besson e anche di Fincher– all’ironia, dotando la pellicola di un tono non cupo ma solo serioso, con riferimenti all’eugenetica e all’ideologia nazista e fornendo allo spettatore fin troppo presto (ahinoi) la soluzione del mistero.