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Trama

L’ex-avvocato Royal Tenenbaum è un capofamiglia senza famiglia. Pur non avendo acconsentito al divorzio, vive da 22 anni in una stanza d’albergo separato dalla moglie Etheline e dai suoi tre figli-prodigio.

Chas, Ritchie e Margot, che fin dall’infanzia si distinguono nei campi dell’economia, dello sport e del teatro, rivelano, una volta adulti, un’inspiegabile propensione all’insuccesso e all’infelicità, che li spinge, dopo molto tempo, a tornare a casa della madre.

Royal, completamente al verde e allarmato dalla proposta di matrimonio del commercialista Henry Sherman a Etheline, tenta un colpo basso per riavvicinarsi ai parenti, rancorosi nei suoi confronti per motivi differenti.

Recensione

Un’acuta e ironica analisi della famiglia benestante tipo, ricca di situazioni generalizzabili e, quindi, adattabile a molti altri contesti.

Un’opera dai mille volti, che oscilla continuamente, senza provocare stridore, tra commedia, dramma e romanticismo; basata su un soggetto esile, prende poco a poco vita curando attentamente tutti i personaggi, la colonna sonora (con rivisitazioni di Satie, Beatles e Paul Simon) e la costruzione delle inquadrature, letteralmente sature di elementi narrativi.

Il giovane Wes Anderson, alla terza collaborazione coi fratelli Wilson dopo Un colpo da dilettanti e Rushmore, fa ruotare l’intera vicenda attorno a Royal, dipingendolo come un patriarca egoista e simpaticamente ambiguo, inconsapevole scatenatore di una situazione di stallo (efficacemente focalizzata dal datato look dei familiari e dal paradosso vivente incarnato da Eli Cash/Owen Wilson, unico aspirante Tenenbaum in un universo in cui nessuno vuole esserlo), ma non esente da una sorta di pentimento che impone la rinuncia al ruolo sociale e la spontanea accettazione di quello naturale.

Ottimi tutti gli interpreti, in particolare lo straordinario Gene Hackman (Royal), l’intenso Luke Wilson (Ritchie), la cupa Gwyneth Paltrow (Margot, bella come Mercoledì Addams) e l’incredibile Bill Murray (Raleigh St. Clair).

Sax Marmotta