Video & Photo

2 videos

Trama

Durante un nubifragio notturno, Larry, gestore di un piccolo motel in Nevada, offre ospitalità ad alcune persone impossibilitate a continuare il loro viaggio.

Alice, moglie di George e madre di Timmy, è stata investita e necessita cure mediche. Il colpevole Ed, autista di limousine al servizio dell’attrice televisiva Caroline, presta i primi soccorsi e prova a raggiungere l’ospedale, ma trova la strada interrotta.

Torna indietro accompagnato dalla prostituta Paris e dai novelli sposi Ginny e Lou. Poco dopo arriva anche l’agente Rhodes, costretto a sostare con il detenuto che sta trasferendo, il pluriomicida Robert Maine.

Le linee telefoniche sono interrotte e la radio della polizia non dà alcuna risposta. Completamente isolati, gli ospiti del motel cominciano a cadere uno alla volta vittime di atroci omicidi.

Proprio come accaduto anni prima, in un contesto simile e per mano del serial killer Malcolm Rivers, prossimo all’esecuzione.

Recensione

Finalmente una decorosa prova dal discontinuo –eppur valido– professionista James Mangold. Già autore degli imperfetti Cop Land e Ragazze interrotte, ci sorprende con un buon film trash, ispirato all’immortale Dieci piccoli indiani di Agatha Christie frullato con Hitchcock.

Il risultato è un thriller che esordisce all’insegna di efficaci flashback incrociati per poi fare posto a una consueta situazione claustrofobica, dove si trovano anche sporadici innesti horror, opportunamente amplificati dal tetro e cinefilo contesto.

E si tratterebbe di una pellicola ben girata ma vista mille altre volte, se non fosse per la piega che a un certo punto prende la sceneggiatura, trasformando l’insieme in un pregevole rompicapo psicologico a scatole cinesi.

Il motel in stile Norman Bates, sebbene apparentemente minacciato da un non identificato pericolo (si fanno riferimenti pure al paranormale, molto di moda nel cinema americano), si limita quindi a rappresentare l’inconscio umano; e, allo stesso modo, i suoi ospiti, tutti ben interpretati e caratterizzati secondo un canovaccio collaudato, assumono poco a poco la rilevanza di burattini mossi da fili invisibili.

Spiazzante e divertente, persino nel suo epilogo a metà strada tra la tradizione e il cinema di serie B.

Sax Marmotta