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Trama

Aldama, Messico. Sotto gli occhi della vecchia e un po’ svitata Dionisia, il giovane e piacente padre Amaro giunge nel villaggio di Los Reyes per un periodo formativo prima di completare i suoi studi in Vaticano.

È accolto dal sagrestano Martín, la cui figlia Getsemaní è menomata dalla nascita, e soprattutto da padre Benito, che gestisce la diocesi del luogo –della quale fa parte pure il caritatevole e avversato padre Natalio– e va a letto da tempo con Agustina detta la Sanjuanera, proprietaria di una trattoria.

Il sacerdote in erba viene notato dalla figlia di quest’ultima, l’assai devota Amelia, e ne finisce irretito.

La ragazza rompe il suo fidanzamento, già in crisi, con il giornalista Rubén, che tra l’altro sta raccogliendo prove contro padre Benito, colluso con il noto boss della droga Chato Aguilar, dal quale riceve serenamente fondi per la costruzione di un ospedale.

Recensione

No, non è una nuova, peccaminosa versione delle avventure di padre Ralph, per quanto l’elemento melodrammatico sia tenuto in forte considerazione dal regista Carreras (candidato all’Oscar per il miglior film in lingua non inglese); si tratta piuttosto di un lucido adattamento letterario (il romanzo è portoghese e risale al 1875) che suscita meste riflessioni sulle deviazioni del potere ecclesiastico.

Amaro (il García Bernal di Y tu mamá también), eletto dai superiori come porta-vessillo (uomo-immagine, oseremmo definirlo), scambia la sua ambizione per rettitudine; non discute, esegue e ottiene.

Probabilmente, è questo il suo crimine principale, non il cedimento al desiderio (che, per contro, andrebbe letto come intrinseco atto di ribellione alle regole.

Ma in questo caso c’è di mezzo anche la percezione finto-mistica di Amelia…). Al contrario dell’eroico “apostata” Natalio, il protagonista non ha dubbi, neppure sull’implicazione dei narcos, e corrompe qualsiasi nobile proposito di partenza, se mai sia esistito (di certo, non viene espresso chiaramente).

Un percorso orrendo e senza speranza, che lascia lo spettatore nell’attesa di una redenzione che non arriva.

Max Marmotta