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Recensione

Incantesimo napoletano possedeva un’idea simpatica, ma incapace di sostenere un intero lungometraggio.

Genovese e Miniero ritornano adesso all’attacco con quest’opera garbata, significativa, coerentemente surreale (con appena qualche battuta fisiologicamente a vuoto), incentrata sul pensionato Walter (un brillante Delle Piane, memore dei suoi esordi con Totò e forse anche di qualche commedia sexy interpretata all’inizio dei ’70), senza familiari e con troppo tempo da spendere.

Quando si mette in testa di trovare il giovanotto che gli “procura” il mensile (secondo un’inchiesta letta sul giornale, c’è un lavoratore attivo per ogni lavoratore a riposo), lo identifica nel timidissimo Piero (Favino), grigio impiegato segretamente innamorato della spazzina Francesca (Indovina), la quale ha una figlia a carico, Sara (Murgia).

Walter, dopo aver tentato indarno di dissuadere il “suo” Piero da futili sentimenti che lo distrarrebbero inutilmente (questo, almeno, il suo punto di vista), lo aiuta, complice Sara, a conquistare la donna.

Dotata di un risvolto che sembra uscito da un film di Lynch (e che riguarda il ruolo, da non rivelare, di un abile Mastandrea), la pellicola ha però un difetto: parecchi marchi pubblicitari esibiti impunemente.

Max Marmotta