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Trama

A causa di un incidente occorsogli alla fine della Grande Guerra, durante il quale salvò rocambolescamente il pilota Schultz, un reduce risiede da vent’anni senza memoria in un ospedale.

Egli ignora che il suo Paese, la Tomania, è ormai governato da un dittatore fisicamente identico a lui, Adenoid Hynkler, che esalta la bellezza della razza ariana e, aizzato dal tirapiedi Garbitsch, intende conquistare il mondo intero a partire dalla vicina Ostria (prima che lo faccia il suo avversario Benzino Napoloni, tiranno della Batalia).

L’ex-soldato, di professione barbiere, riprende possesso del suo salone, conosce la bella Hannah e tenta di ricominciare.

Ma le prepotenze delle “camicie grigie”, l’esercito antisemita di Hynkler, gli sono d’ostacolo.

Per sua fortuna, nel ghetto rincontra Schultz, nel frattempo diventato ufficiale del regime, che gli offre protezione.

Recensione

Se invece di produrre prevalentemente pellicole dispendiose e fracassone che poi finiscono con l’assomigliarsi fra loro l’industria del cinema si dedicasse a riscoprire, restaurare e ridistribuire periodicamente opere di valore come questa, la Settima Arte guadagnerebbe nuova dignità, incontrerebbe nuovi spettatori (convertendone persino qualcuno) e ritroverebbe i suoi intenti divulgativi.

Ci si potrebbe soffermare sugli avvallamenti narrativi del film di Chaplin o sulla curiosa scelta di evidenziare la somiglianza tra il barbiere Hynkel solo nella scena finale, poetica e non certo retorica, considerando che la pellicola fu realizzata in pieno conflitto mondiale (il che enfatizza la messa in ridicolo di Hitler e Mussolini, qui riproposti con nomi ammiccanti e a capo di nazioni europee immaginarie, con tanto di idiomi para-tedeschi); ma la forza del messaggio pacifista, il coraggio e la proterva resistenza del protagonista agli oppressori nonché le numerose situazioni comiche (di quelle che fecero la fama di Charlot, nel caso specifico sapientemente contestualizzate) rendono la riedizione del lungometraggio –nel quale l’autore inserì più dialoghi rispetto alla sua filmografia precedente– un appuntamento imperdibile.

Esiste pure un altro titolo italiano più conciso: Il dittatore.

Max Marmotta