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Trama

Olivier lavora in una grande falegnameria nella quale vengono accolti ragazzi sbandati. Un giorno si presenta il sedicenne Francis, cinque anni di riformatorio alle spalle, che l’uomo in un primo tempo respinge.

Successivamente lo accetta, ma inizia stranamente a seguirlo. Tale interesse quasi morboso ha un motivo tragico, lo stesso che ha condotto alla separazione Olivier e Magali, adesso incinta e sul punto di risposarsi.

Recensione

I titoli di testa (ma pure quelli di coda) scorrono muti, senza musica, e il film è spesso commentato unicamente da rumori di segheria e martello.

Una schiettezza che impregna ulteriormente di senso un’opera realistica, al limite del documentario: il protagonista Gourmet, premiato a Cannes, è praticamente pedinato, spiato –è ripreso perlopiù di nuca– dai registi (con i quali collabora costantemente), che tornano ad occuparsi di lavoro minorile dopo La promesse e Rosetta, anche se stavolta il punto di vista è quello di un padre (in molte accezioni) addolorato.

Il ricercatissimo stile scarno che svela progressivamente i pochi dettagli da sapere dà luogo a una curiosa tensione, che il cinema statunitense volgerebbe volentieri in effettaccio.

Ci si domanda se l’assunzione di Francis celi propositi magari inconsci di vendetta, o se addirittura il lavoro scelto da Olivier non presupponesse la segreta speranza di imbattersi nel ragazzo: interrogativi salutari che riescono ad insinuarsi nell’essenziale narrazione.

Quello che è certo è che i Dardenne si confermano fra gli autori europei da seguire con attenzione.

Max Marmotta