Video & Photo

1 videos

Recensione

Il cinema di Spielberg mantiene un invidiabile livello qualitativo, malgrado la graniticità d’impostazione dei suoi ultimi lavori.

Senza rinunciare a esplorare criticamente la storia, il regista incastona un’altra gemma nella sua filmografia, puntando molto anche sulla scorrevolezza.

Il soggetto proviene da un caso avvenuto durante la Guerra Fredda (il clima è reso dal terrore trasmesso agli studenti con le lezioni sugli effetti delle bombe atomiche).

Rudolf Abel (un Rylance che recita in sottrazione), spia sovietica arrestata a New York nel 1957, riceve la difesa d’ufficio dell’abile avvocato assicurativo James Donovan (Hanks, con le sue sfumature uniche), giusto perché non si possa dire che il governo degli USA non offre il meglio.

Il legale, da principio giustamente perplesso (non è esattamente il suo campo), comprende ben presto due aspetti fondamentali della faccenda: l’uomo di poche parole che si trova davanti è leale verso la sua causa, proprio come devono esserlo gli agenti americani infiltrati in Russia, quindi inizia a rispettarlo; inoltre, tutti vogliono che in tribunale perda, in modo che una pericolosa minaccia per la società venga messa a morte.

Oltre a essere tacciato a sua volta di tradimento dall’opinione pubblica per il suo incarico, Donovan ha una terza intuizione: evitare la pena capitale può significare avere un prigioniero da scambiare.

In un certo senso, è la vicenda di due uomini “specchiati”… .

Max Marmotta