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Trama

Scoperto, dopo il (finto) funerale del padre, di avere un fratellastro delinquente di nome Melchiorre, Leopoldo va a prenderlo in auto al carcere dell’Ucciardone per un viaggio che da Palermo li condurrà a Saint Vincent, dove li aspetta, presso un notaio, la loro eredità: un quadro del valore di 250 milioni.

Il detenuto ha un permesso di soli cinque giorni, ma l’itinerario subirà diverse interruzioni e deviazioni motivate da boss della mala, prostitute, ex-fidanzate ed ex-mogli.

Recensione

Si può imputare di tutto a Pieraccioni, ma non che negli ultimi anni non stia tentando di rinnovarsi quantomeno nei soggetti trattati (finanche nell’inutile Il mio West, diretto però dal fido co-sceneggiatore Veronesi).

Colmo di ingenuità (soprattutto da parte del personaggio di Leopoldo, ma neanche con il “don” si scherza; non si dovrebbe, almeno) e di approssimazioni (principalmente temporali), questo suo nuovo lavoro, addirittura un road movie, forse ha un percorso, ancora una volta pallidamente morale, non proprio disprezzabile (e Ceccherini è perfetto per il suo ruolo); resta, tuttavia, il fatto che, salvando l’inizio, quasi tutti gli spunti comici naufragano miseramente.

Nel dettaglio, danno noia i luoghi comuni sulla gente che popola ogni tappa del viaggio. Fortunatamente, le musiche di Edoardo Bennato, senza toccare alti picchi di qualità, risollevano un po’ il tono generale.

L’illusionista Silvan appare “as himself”.

Max Marmotta