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Trama

Augusto Viganò, abitante in un piccolo comune piemontese, fa il birraio ed è un ambientalista convinto.

Quando il Po per l’ennesima volta straripa causando danni incalcolabili, è in prima linea sia come volontario che come manifestante.

Insieme ad una schiera di compaesani riesce a fermare il treno su cui viaggia il ministro Antonelli. A ques’ultimo è sottoposto il problema di una pericolosissima discarica abusiva, scoperta grazie all’alluvione.

Notato da Arzuffi, capo di una potente lobby, Viganò è convinto dal consigliere Orlando Lanzetta, che diventerà la sua ombra, a candidarsi in politica.

Inizia così un’irresistibile ascesa che lo porterà a perdere di vista i suoi ottimi propositi e disegni di legge e a conoscere colleghi voltagabbana quali Battani (spesso in compagnia della giovane amante Katia) e Zaccheroni, a frequentare onorevoli che non contano più o contano poco (come Montanari e Robbiati), cinici giornalisti (Lorenzi) e il salotto dell’affascinante Katherine Caffarelli, e a trascurare la moglie Marta e i figli.

Recensione

Storia vera dell’onesto onorevole Viganò… Ma no, scherziamo, personaggio e vicenda sono inventati, ma l’intento degli autori era di ricreare un ambiente ironicamente verosimile alla realtà (si pensi ai disastri in nord Italia nel ’94), impeti religiosi sotto elezioni e interessi sottobanco compresi.

Meno narcisista rispetto alla sua precedente regia, Ardena, Barbareschi (che forse per falsa modestia è accreditato per settimo sul manifesto e nei titoli di testa) prova a descrivere senza propensioni particolari il balletto del potere, cominciando bene (il contrasto tra la patina televisiva e la tragedia incombente) e chiudendo in un’aura di adeguato pessimismo.

È la parte centrale a risultare più piatta, semplificata benché corredata, come il resto del film, di un linguaggio tecnico abbastanza credibile.

La progressiva perdita di valori, pure familiari, dello zelante protagonista, arriva in seguito a un disorientamento incusso a forza dall’ambiente circostante.

Disegnati discretamente gli altri caratteri, anche se il frenatissimo Burruano (Dario Battani) non è al suo meglio (e per una volta sfoggia una perfetta dizione).

Apparizioni di Raffaella Carrà, Massimo Dapporto, Michele Cucuzza. Musiche, orecchiabili ma da tv-movie, di Marco Zurzolo .

Max Marmotta