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Trama

Belgio, 1944. Dopo lo sbarco in Normandia, l’esercito americano si organizza per liberare l’Europa. Il tenente Thomas Hart, figlio di un senatore degli Stati Uniti, sebbene destinato lontano dal fronte, viene catturato dai nazisti in un’imboscata e imprigionato in uno Stalag sito in Germania.

Il colonnello Werner Visser dirige la struttura con pugno di ferro senza disdegnare le cortesie tra militari.

Infatti quando il pari-grado americano, William McNamara, gli chiede il permesso di istituire una corte marziale per fare luce sull’omicidio del sergente Bedford, Visser accetta con entusiasmo e offre il suo aiuto a Hart, nominato avvocato difensore del principale indiziato: l’aviatore di colore Lincoln Scott.

Recensione

Discreto film di guerra, contaminato con il legal thriller e l’opera di denuncia, basato su una felice scelta dei tempi, su una accurata descrizione dei vari rapporti umani e gerarchici istauratisi tra i differenti caratteri, i quali fortunatamente sono al sicuro da battute gonfie di retorica patriottica, molto di moda nel recente cinema bellico americano.

La pellicola perde però nel confronto con le altre fatiche di Hoblit (Schegge di paura, Il tocco del male, Frequency), non tanto per quanto riguarda l’impeccabile tecnica ma soprattutto per la sceneggiatura, colpevole di lavorare fin troppo di fantasia sulle condizioni degli ufficiali prigionieri negli Stalag e eccessivamente frettolosa nel delineare e risolvere lo scontro protagonista-antagonista (i sufficienti Colin Farrell/Hart e Bruce Willis/McNamara) tanto caro al regista.

La sua buona mano garantisce comunque un intrattenimento d’alto livello, risentendo però della qualità e della quantità dei temi – marziali e non – abbracciati, e di conseguenza rivelandosi incapace di approfondirli tutti.

Sax Marmotta