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Trama

Dopo avere eliminato O-Ren Ishii e Vernita Green, ex-socie del gruppo di killer Squadra Assassina Vipere Mortali, La Sposa ha ancora tre nomi da depennare dalla sua lista nera.

Il primo è il fratello del suo ex-capo Bill: il buttafuori Budd, il quale non sostiene un incarico da tempo, vive in un camper e possiede anch’egli una preziosa spada fabbricata da Hattori Hanzo.

Poi è il turno della violenta Elle Driver, che è stata addestrata nelle arti marziali dal cinese Pai Mei, lo stesso maestro de La Sposa.

Infine toccherà a Bill, il quale ha già provveduto ad avvertire i superstiti della banda. Ma la donna non sa che sua figlia è in realtà viva.

Recensione

Com’era facilmente prevedibile, il secondo tomo di Kill Bill abbassa volutamente i toni, riequilibrando questa grandiosa saga pop post-moderna, la quale reca la firma di autentico autore tutt’altro che privo di argomenti.

Dopo un prologo autoironico, che ha tutta l’aria di un trailer alla Russ Meyer, la storia segue la sua cronologia sfruttando rari flashback, che completano ogni caratterizzazione, con estrema attenzione per la splendida protagonista.

I riferimenti tecnici e artistici, riproposti in chiave personalissima, cambiano quindi direzione, mantenendo un’attenzione minima per le produzioni orientali (pochi dialoghi in cinese e giapponese, molto kung-fu, ma meno splatter) e prediligendo invece il cinema di Sergio Leone, tramite i temi musicali di Morricone e una struttura narrativa lenta e ipnotica, culminante in un confronto finale che, nella sua essenza verbosa, violenta e ironica, è puro pulp tarantiniano.

Ma si tratta anche di un progetto che, pur non nascondendo la sua anima commerciale, lascia intravedere l’intelligenza di un cineasta capace di scendere a compromessi dettando le proprie regole.

Non a caso la durata complessiva, prevista all’uscita del Volume 1, era di ‘sole’ tre ore e mezza.

Sax Marmotta