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Recensione

Tra gli splendidi Primavera, estate, autunno, inverno …e ancora primavera e Ferro 3 – La casa vuota l’affermato e prolifico Kim Ki-duk (12 film in 9 anni, l’ultimo, che anche in Italia dovrebbe intitolarsi L’arco, presentato nella sezione “Un certain regard” di Cannes) ha realizzato La samaritana, la cui trama, con al centro un “voto peccaminoso” ma tutt’altro che privo di senso, potrebbe rimandare a Le onde del destino di Lars von Trier.

Yeo-jin e Jae-young (le convincenti Kwak Ji-min e Seo Min-jung) sono due affiatatissime amiche poco più che adolescenti.

La seconda si prostituisce con sconosciuti adescati in chat dalla prima, che sorveglia i luoghi in cui avvengono gli incontri e tiene, per così dire, la contabilità.

Lo scopo delle ragazze, l’una abbastanza arcigna e l’altra di una solarità perseverante, sarebbe raggranellare abbastanza liquidi per pagarsi un bel viaggio in Europa.

Un giorno qualcosa va storto, avviene una scissione forzata delle due personalità complementari che costringe Yeo-jin a sposare la propria ratio con l’innata passionalità di Jae-young (i nomi delle protagoniste sembrano in effetti speculari).

Inizia una “missione” che prevede la restituzione del denaro guadagnato, non prima di avere elargito nuovi favori sessuali ai sorpresi clienti.

Un inspiegabile paradosso che lascia quantomeno attonito il padre della giovane (Lee Uhl), rassicurante poliziotto vedovo che, scopertala per caso, si mette a seguirla e, quando ritiene sia il caso, a menar le mani.

Un film che, tra le tante suggestioni proposte (luoghi e inquadrature si rivelano costantemente vincenti in Kim), mostra per quali impensabili vie possa passare la redenzione, illustra come le soluzioni dettate dall’esperienza di un uomo retto non sempre riescano a competere con quelle risultanti dall’impulsività di una figlia con le idee più chiare di quanto non appaia.

A tal proposito, straordinaria la sequenza conclusiva: dopo gli ultimi insegnamenti e la presa di coscienza del genitore, lo spettatore sa già che Yeo-jin ha i mezzi per cavarsela.

Max Marmotta